Legge Stanca: di cosa si tratta
13.10.2023

Legge Stanca: di cosa si tratta

 

La Legge 4/2004: di cosa si tratta

 

La Legge 4/2004, comunemente conosciuta come "Legge Stanca," rappresenta un importante pilastro nel panorama normativo italiano. Questa legge è stata concepita con l'obiettivo principale di garantire l'accessibilità digitale per tutte le persone, inclusi coloro che hanno una qualsiasi forma di disabilità. Il suo scopo fondamentale è assicurare che ogni individuo abbia il diritto di accedere agli strumenti informatici e telematici, compresi i siti web e le applicazioni mobili. Questo impegno per l'accessibilità digitale è stato ulteriormente consolidato con l'attuazione del Decreto Legislativo 106/2018, che ha adottato la direttiva (UE) 2016/2102 sull'accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.

 

La Legge Stanca si propone quindi di garantire l'uguaglianza di accesso a tutti i servizi online, promuovendo l'inclusione di persone con disabilità nel mondo digitale e garantendo che nessuno venga escluso da questa importante dimensione della vita contemporanea.

 

Per comprendere maggiormente la Legge Stanca e le dinamiche in essa racchiuse, è importante conoscere alcune definizioni chiave:

 

  • accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, inclusi i siti web e le applicazioni mobili, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili senza discriminazioni, anche per chi utilizza tecnologie assistive;

  • applicazioni mobili: software applicativo progettato per dispositivi mobili come smartphone e tablet;

  • sito web: un insieme strutturato di pagine web utilizzato per veicolare informazioni o erogare servizi;

  • tecnologie assistive: strumenti hardware e software che consentono alle persone con disabilità di accedere alle informazioni online.

 

Destinatari e obblighi

 

La Legge Stanca si applica a una vasta gamma di soggetti, noti come "soggetti erogatori," tra cui:

 

  • pubbliche amministrazioni;

  • enti pubblici economici;

  • aziende private concessionarie di servizi pubblici;

  • aziende municipalizzate regionali;

  • enti di assistenza e di riabilitazione pubblici;

  • aziende di trasporto e telecomunicazione a partecipazione pubblica;

  • aziende appaltatrici di servizi informatici;

  • organismi di diritto pubblico;

  • soggetti che usufruiscono di contributi pubblici o agevolazioni per servizi online;

  • altri soggetti giuridici con un fatturato medio, negli ultimi tre anni, superiore a € 500.000.000, che offrono servizi al pubblico tramite siti web o applicazioni mobili.

 

Uno dei principali obblighi imposti dalla legge sui soggetti erogatori è la resa dei loro siti web e delle applicazioni mobili accessibili. Ciò significa che questi strumenti devono essere "percepibili, utilizzabili, comprensibili e solidi" secondo i requisiti stabiliti dalla Legge e dalle linee guida sull'accessibilità.

 

Dichiarazione di accessibilità: vigilanza e sanzioni

 

I soggetti erogatori sono anche tenuti a redigere e aggiornare regolarmente una "dichiarazione di accessibilità." La dichiarazione di accessibilità è un documento dettagliato ed esaustivo che deve essere reso disponibile pubblicamente. Contiene informazioni sulla conformità ai requisiti di accessibilità, comprese eventuali aree in cui potrebbero esserci delle non conformità e il piano per risolverle.

 

L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) è l'organismo preposto a vigilare sull'attuazione della Legge da parte dei soggetti erogatori. In caso di violazioni, l'AgID può emettere una diffida per eliminare l'infrazione entro un certo termine. Se la violazione persiste, l'Agenzia può imporre sanzioni amministrative pecuniarie fino al 5% del fatturato.


 

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